In questi ultimi anni, il benessere dei dipendenti e la salute mentale sono diventati centrali per le aziende che vogliono mantenere un ambiente di lavoro produttivo e sostenibile. L’attenzione a queste tematiche – che vanno sotto il nome di Employee Well-Being – è infatti cresciuta notevolmente, a dimostrazione di un cambio di paradigma che finalmente mette al centro dell’attenzione gli individui, prima ancora che i numeri.
Le pressioni lavorative, combinate con l’incertezza economica e la crisi post-pandemia, hanno notevolmente aumentato il rischio di burnout e stress tra i lavoratori, tant’è che le statistiche più recenti mostrano come oltre la metà delle assenze per malattia a lungo termine sia legata proprio a problemi di salute mentale, come stress, ansia e depressione. Come affrontare, dunque, il problema? E cosa possono fare le aziende per supportare i dipendenti e migliorare il loro benessere?
Il costo della mancata attenzione al benessere
Una prima importante osservazione va fatta riguardo agli effetti della poca attenzione al tema del benessere. Il costo di una scarsa salute mentale sul posto di lavoro è infatti significativo, non solo in termini di benessere individuale, ma anche per l’economia aziendale nel suo complesso. Si stima, per esempio, che il lavoro correlato a stress e malattie mentali costi ogni anno miliardi in termini di perdita di produttività.
Nel Regno Unito, secondo studi recenti, questi costi si aggirano addirittura intorno ai 28 miliardi di sterline, mentre negli Stati Uniti, le aziende stanno affrontando costi sempre più elevati per l’assenteismo e il cosiddetto “presenteismo”, ovvero quando i dipendenti sono fisicamente presenti ma meno produttivi a causa di problemi di salute mentale.
Il ruolo delle aziende nel migliorare la salute mentale dei dipendenti
Supportare i dipendenti in caso di problematiche mentali e ridurre le situazioni di stress è oggi fondamentale per le imprese, qualunque siano le dimensioni dell’organizzazione e il settore di operatività, e per fortuna questa consapevolezza sembra crescere di anno in anno. Secondo il rapporto Employee Wellness Industry Trends Report del 2023, oltre il 90% delle aziende sta già aumentando gli investimenti nel benessere mentale, con programmi mirati alla gestione dello stress, alla resilienza e alla mindfulness.
La promozione della salute mentale non è insomma più solo una responsabilità etica, ma è diventata una tematica centrale anche per il successo stesso dell’attività, motivo per cui molti leader aziendali si stanno attivando per creare una cultura del lavoro aperta e supportiva, in cui i dipendenti si sentano liberi di parlare anche dei loro problemi di salute.
I vantaggi di un approccio proattivo
Le aziende che investono nel benessere dei dipendenti possono insomma attendersi risultati sempre migliori, con un aumento dell’engagement e della soddisfazione lavorativa, una riduzione dei tassi di turnover e minori assenze per malattia.
Numerose ricerche confermano che un ambiente di lavoro positivo non solo migliora la salute mentale dei dipendenti, ma influisce significativamente anche sulla produttività e sulla fidelizzazione dei talenti. Per esempio, uno studio condotto da Oswald et al. (2015) ha rilevato che i dipendenti felici aumentano la loro produttività fino al 12%, dimostrando che il benessere emotivo si traduce direttamente in migliori prestazioni sul lavoro, con effetti rilevanti sulle capacità creative e sulla resilienza lavorativa. Le aziende che investono in ambienti di lavoro positivi registrano, tra l’altro, riduzioni significative del turnover dei dipendenti, un vantaggio cruciale per mantenere talenti chiave all’interno delle organizzazioni, oltre che per ottenere risparmi in termini di costi operativi e un miglioramento della produttività a lungo termine.
Investire nella salute mentale e nel benessere dei dipendenti è, insomma, una scelta vincente per qualsiasi azienda che voglia mantenere un vantaggio competitivo in un mondo del lavoro sempre più complesso. L’approccio, però, deve essere completo e deve prevedere programmi di supporto mirati, una cultura aperta alla discussione e un impegno verso il benessere complessivo dei lavoratori, tutti elementi che possono fare la differenza nel ridurre lo stress e migliorare le performance aziendali.