Green HR: ridurre l’impatto ambientale dei processi HR

Anche il lavoro dei recruiter può avere un impatto ambientale. Quando si parla di sostenibilità, si pensa spesso a impianti produttivi, trasporti o packaging. Eppure, strano a dirsi, anche le Risorse Umane giocano un ruolo cruciale nella promozione di una cultura ecologica. Nasce proprio da questa idea il concetto di Green HR, ovvero l’integrazione di pratiche sostenibili all’interno della gestione del capitale umano.

Una strategia che non si limita al risparmio energetico o alla riduzione della carta, ma che coinvolge l’intera filosofia con cui si gestiscono le persone in azienda.

Perché il Green HR è un tema da board aziendale

Secondo una ricerca dell’Università di Twente (Paesi Bassi), l’adozione di pratiche di Green Human Resource Management è correlata a un aumento del 16% nell’engagement dei dipendenti. Inoltre, lo studio “Sustainability at Work” di IBM (2023) ha rivelato che il 71% dei lavoratori desidera lavorare per un’azienda che dimostri un impegno concreto verso la sostenibilità.

Non si tratta, dunque, solo di attrazione e retention dei talenti. La sostenibilità è oggi un fattore competitivo chiave, richiesto anche da investitori, clienti e stakeholder. Le HR, in questo contesto, smettono di essere solo un supporto interno e diventano un driver strategico della reputazione aziendale.

I processi HR possono davvero inquinare?

Molto più di quanto si creda. L’uso intensivo di carta, viaggi per colloqui e corsi di formazione, consumi energetici legati a spazi e attrezzature: tutto questo contribuisce in modo significativo all’impronta ecologica di un’organizzazione.

Secondo l’EPA (Environmental Protection Agency), una singola tonnellata di carta prodotta genera oltre 1.600 kg di CO₂. Un’organizzazione che stampa migliaia di documenti ogni anno, solo per attività HR (CV, contratti, buste paga, documenti interni), può arrivare a generare decine di tonnellate di emissioni evitabili.

Le leve pratiche del Green HR

Come bisogna agire, quindi, per un cambio di direzione radicale? Ci sono diverse strade da seguire:

  1. Digitalizzare i flussi HR
    Passare da carta a cloud non è solo un’innovazione tecnologica: è una scelta ambientale. Sistemi di gestione documentale digitali, firma elettronica, archiviazione su cloud riducono sprechi e ottimizzano le risorse. È stato stimato che una gestione paperless può ridurre del 70% l’uso di carta in un dipartimento HR.
  2. Favorire il lavoro ibrido e la formazione online
    Il lavoro da remoto e l’e-learning consentono di ridurre gli spostamenti, abbattendo le emissioni di CO₂. Il World Economic Forum ha rilevato che una politica di lavoro ibrido può ridurre del 30% le emissioni legate ai trasporti aziendali. Inoltre, i webinar e i corsi digitali hanno un impatto ambientale nettamente inferiore rispetto alla formazione in presenza.
  3. Sostenibilità degli spazi e delle abitudini
    Il Green HR si realizza anche attraverso piccoli gesti quotidiani: sensibilizzazione sui consumi energetici, riduzione della plastica monouso in ufficio, utilizzo di fornitori green per i servizi interni (catering, cancelleria, arredamento). Anche il layout degli spazi può essere ripensato per ridurre l’impatto ambientale: postazioni condivise, illuminazione LED, sistemi di climatizzazione intelligenti.
  4. Promuovere la cultura green tra i dipendenti
    Un HR sostenibile sa che le politiche ambientali hanno successo solo se condivise. Per questo, è utile creare green team interni, promuovere giornate di volontariato ambientale, incentivare il carpooling o offrire rimborsi per chi utilizza mezzi ecologici. Coinvolgere attivamente i collaboratori non solo migliora la sostenibilità, ma rafforza anche il senso di appartenenza.

Green HR e Employer Branding

L’impegno ambientale è oggi uno dei criteri con cui i candidati valutano un’azienda. Secondo una survey di Deloitte (2022), il 25% dei lavoratori considera la sostenibilità una priorità nella scelta del datore di lavoro. Il 38%, invece, è disposto a cambiare azienda se quella attuale non dimostra attenzione concreta verso l’ambiente.

Il messaggio è chiaro: il Green HR rafforza l’Employer Branding, rendendo l’azienda più attrattiva per i talenti, in particolare per le nuove generazioni.

Ridurre l’impatto ambientale non significa solo “fare la cosa giusta” per il pianeta. Ha anche benefici diretti sull’ambiente di lavoro. Spazi più salubri, politiche di smart working, attenzione all’equilibrio vita-lavoro e un senso di scopo condiviso hanno un impatto positivo su motivazione, produttività e benessere psicofisico.

In altre parole, un HR più sostenibile è anche un HR più umano.

Un cambiamento culturale profondo

Il Green HR non è una moda, ma una trasformazione culturale. Perché la sostenibilità non si costruisce solo con impianti fotovoltaici e materiali riciclati, ma anche con ogni CV letto, ogni contratto firmato, ogni formazione erogata. È una nuova visione delle Risorse Umane: più responsabile, più consapevole, più connessa al mondo in cui viviamo.

Adottare un approccio Green HR significa quindi scegliere un modello di crescita sostenibile, capace di generare valore non solo per l’azienda, ma anche per le persone e per l’ambiente.

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