Oggi si parla tanto di leadership inclusiva, un tema che non va ricondotto solo alla sfera etica, ma da considerare una vera e propria strategia di business, che porta a una maggiore innovazione, produttività e competitività. Le organizzazioni che abbracciano la diversità e l’inclusività tendono infatti a godere di vantaggi sostanziali in termini di immagine e non solo. La strada per una leadership veramente inclusiva non è, però, priva di difficoltà, a partire dai cosiddetti bias nei processi decisionali, che possono influenzare negativamente la qualità delle scelte e limitare il potenziale di crescita e innovazione.
Superare i bias incoscienti è fondamentale per costruire ambienti di lavoro più equi e per assicurarsi che le decisioni siano prese in modo oggettivo, equo e orientato al merito: come lavorare, dunque, in tal senso?
Cos’è la leadership inclusiva?
“Leadership inclusiva” è un’espressione che racchiude un ampio ventaglio di situazioni, andando ben oltre la semplice diversità in termini di provenienza, sesso o orientamento sessuale. Una strategia basata su questo tema implica, piuttosto, la creazione di un ambiente in cui ogni individuo si senta valorizzato, ascoltato e supportato, indipendentemente dalle proprie caratteristiche personali o professionali. I leader inclusivi non solo promuovono la diversità, ma agiscono attivamente per assicurarsi che le voci di tutti siano ascoltate e che le decisioni siano prese tenendo conto delle esperienze e dei punti di vista diversificati.
Secondo uno studio di McKinsey (2020), per esempio, le aziende con una maggiore diversità di genere ed etnica hanno il 35% in più di probabilità di ottenere performance superiori rispetto alle loro controparti meno diversificate, un dato che evidenzia come la leadership inclusiva non solo sia una questione di giustizia sociale, ma anche un potente motore di performance aziendale.
Il bias nei processi decisionali: un ostacolo alla leadership inclusiva
Ma cosa può rallentare o bloccare l’adozione di una vera leadership inclusiva? Le problematiche possono essere diverse, ma molto nasce dai cosiddetti “bias incoscienti”, che continuano a influenzare profondamente i processi decisionali all’interno delle organizzazioni. I bias sono, in altre parole, pregiudizi o preferenze che influenzano le nostre scelte, spesso in modo impercettibile, e possono manifestarsi in vari modi, tra cui:
- Bias di affinità: la tendenza a favorire persone che ci somigliano o che condividono le stesse esperienze;
- Bias di conferma: la tendenza a cercare e dare valore solo alle informazioni che confermano le nostre convinzioni preesistenti;
- Bias di ancoraggio: l’influenza di un’informazione iniziale (come un primo impressione) che altera il giudizio finale.
Questi bias sono particolarmente problematici quando si tratta di assunzioni, promozioni e valutazioni delle performance. Addirittura, secondo uno studio condotto da Harvard Business Review (2019), il 60% dei leader ammette che i bias inconsci influenzano il loro processo decisionale, particolarmente in contesti legati a selezione e promozione dei talenti. Cosa comporta tutto ciò? Nella maggior parte dei casi a scelte subottimali che possono pregiudicare l’adozione di politiche più inclusive e contribuire alla perpetuazione di disuguaglianze strutturali.
L’impatto del bias sulle performance aziendali
Oltre a minare l’equità, i bias nei processi decisionali hanno un impatto diretto sulla performance aziendale. Quando i leader favoriscono inconsciamente determinate caratteristiche o gruppi, si limitano infatti le opportunità per talenti provenienti da background diversi, andando non solo a ridurre il pool di competenze e prospettive, ma anche a impedire all’organizzazione di adattarsi ai cambiamenti del mercato e alle esigenze di un pubblico sempre più variegato.
Un report di McKinsey & Company (2020) ha evidenziato, in questo senso, che le aziende che favoriscono la diversità etnica ed etica tendono a superare il 36% delle loro controparti in termini di performance finanziaria: promuovere un ambiente in cui tutte le voci possano contribuire ai risultati può, insomma, portare a un vero e proprio vantaggio competitivo, migliorando la capacità di innovare, adattarsi e crescere in modo sostenibile.
Come superare il bias nei processi decisionali: strategie per la leadership inclusiva
Come superare, dunque, i bias nei processi decisionali? È necessario, innanzitutto, un impegno attivo da parte dei leader, sia a livello individuale che organizzativo, seguendo alcuni fondamentali passaggi volti a promuovere una leadership inclusiva e ridurre l’impatto dei bias:
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Consapevolezza ed educazione sui bias inconsci
Il primo passo per affrontare il bias è riconoscerlo. La consapevolezza del bias inconscio è fondamentale per ridurre il suo impatto, di conseguenza formazioni specifiche, come quelle offerte da programmi di diversità e inclusione o workshop sui bias cognitivi, possono aiutare i leader a diventare più consapevoli delle loro inclinazioni e imparare a contrastarle.
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Decisioni basate su dati obiettivi
Per ridurre l’influenza dei bias, le decisioni aziendali dovrebbero essere guidate dai dati piuttosto che da percezioni o impressioni personali. Per esempio, nell’assunzione e nella promozione dei talenti, l’utilizzo di assessment basati su competenze e valutazioni oggettive delle performance aiuta a garantire che le scelte siano basate su fatti concreti.
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Promuovere la diversità nei team di decisione
Un altro modo efficace per superare il bias è garantire che i team di leadership e decision-making siano diversificati. Secondo uno studio condotto da Cloverpop (2017), i team di decisione che sono più diversificati prendono decisioni 60% migliori rispetto a quelli omogenei.
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Impostare sistemi di monitoraggio e responsabilità
Le aziende dovrebbero poi implementare meccanismi per monitorare e valutare regolarmente l’efficacia delle loro politiche di inclusività. Creare sistemi di responsabilità che incoraggiano la trasparenza nei processi decisionali e che incoraggiano feedback e suggerimenti da parte di tutti i livelli aziendali aiuta a mantenere alta l’attenzione sulla questione e a correggere eventuali squilibri.
Verso una leadership inclusiva e senza bias
Superare i bias nei processi decisionali è, insomma, una delle sfide più significative per le aziende moderne e per i manager che aspirano a una leadership inclusiva. Non si tratta solo di una questione etica, ma di una vera e propria leva strategica che può determinare il successo a lungo termine di un’organizzazione.
Promuovere una cultura aziendale in cui la diversità e l’inclusione sono valori fondamentali, infatti, solo migliora l’ambiente di lavoro, ma contribuisce anche a migliorare la performance aziendale, l’innovazione e la competitività. I leader di successo nel futuro saranno quelli in grado di prendere decisioni equitative e basate su dati, superando le barriere dei bias e costruendo ambienti di lavoro davvero inclusivi e capaci di fare emergere il potenziale di tutti.