Prevenire il Burnout nei Team: La Responsabilità dei Manager

Secondo un rapporto del 2022 realizzato da Gallup, circa il 76% dei lavoratori sperimenta regolarmente sintomi di burnout, un fenomeno che non colpisce solo i dipendenti, ma mina anche il successo a lungo termine delle organizzazioni, con un aumento del turnover, delle assenze e della riduzione della produttività.

Non si tratta, insomma, di qualcosa di invisibile, ma di un vero e proprio rischio per le stesse aziende, una realtà concreta che impatta negativamente produttività, morale e salute dei dipendenti. Ma di cosa si tratta? E come si può prevenire il burnout?

Cos’è il burnout e quali sono i segnali

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce il burnout come una sindrome legata allo stress cronico sul posto di lavoro, non gestito con successo.

Ma chi ha la responsabilità di prevenire il burnout? La risposta è chiara: i manager. Sono proprio loro, infatti, che grazie al ruolo chiave che ricoprono, possono creare un ambiente di lavoro sano, supportivo e resiliente. Il burnout, d’altronde, non è un semplice stress temporaneo il cui livello cala naturalmente all’allontanarsi delle cause, ma una condizione cronica caratterizzata da tre elementi principali:

  1. Esaurimento emotivo e fisico: i dipendenti si sentono cioè sopraffatti e privi di energie;
  2. Cinismo o distacco emotivo dal lavoro: si perde l’interesse e l’entusiasmo per ciò che si fa;
  3. Riduzione della produttività: cala il senso di efficacia personale.

I fattori che contribuiscono al burnout, sempre secondo Gallup, sono diversi e spaziano dalla cattiva gestione del carico di lavoro alla mancanza di chiarezza nei ruoli, fino alle situazioni in cui l’ambiente di lavoro viene percepito come poco equo. I manager sono al centro di ciascuno di questi elementi, ed è per questo che il loro ruolo è fondamentale.

Il ruolo dei manager nel prevenire il burnout

La migliore strategia per evitare casi di burnout è la prevenzione e sono proprio i manager ad avere il potere – e la responsabilità – di plasmare le condizioni di lavoro dei loro team. Ecco come le figure manageriali possono intervenire in modo efficace:

1. Promuovere un equilibrio tra vita professionale e privata

Il confine tra lavoro e vita privata si è assottigliato, soprattutto con l’aumento del lavoro ibrido e remoto. I manager devono perciò incoraggiare i dipendenti a staccarsi dal lavoro al termine della giornata, rispettando i loro orari e riducendo le comunicazioni fuori dal normale orario lavorativo. Implementare politiche che garantiscano pause regolari e un uso equilibrato delle ferie non è solo una buona pratica, ma un imperativo per il benessere del team.

2. Offrire supporto emotivo e comunicazione aperta

Un manager deve saper ascoltare e comprendere le preoccupazioni dei propri collaboratori. Secondo uno studio di Deloitte, i dipendenti che percepiscono il proprio manager come un supporto emotivo hanno il 23% di probabilità in meno di sperimentare una situazione di burnout. Uno spazio sicuro per la comunicazione, dove i dipendenti si sentano liberi di condividere difficoltà e frustrazioni, è essenziale per intercettare i segnali di stress prima che si trasformino in un problema cronico.

3. Gestire il carico di lavoro

Uno dei principali driver del burnout è un carico di lavoro eccessivo o mal distribuito. I manager devono, per questo motivo, monitorare regolarmente i carichi di lavoro dei propri team e intervenire per bilanciarli. Assegnare priorità chiare, rimuovere compiti non necessari e garantire una distribuzione equa delle responsabilità riduce significativamente lo stress.

4. Chiarezza nei ruoli e nelle aspettative

Un altro fattore critico è la mancanza di chiarezza. I dipendenti che non comprendono appieno le proprie responsabilità o che ricevono aspettative contrastanti sono più suscettibili al burnout. Un manager efficace deve definire con precisione i ruoli e le aspettative, fornendo feedback regolari e aiutando i dipendenti a concentrarsi su ciò che conta davvero.

5. Promuovere la crescita e l’autonomia

Dipendenti motivati e autonomi sono meno soggetti al burnout. I manager possono quindi prevenire il senso di stagnazione offrendo opportunità di crescita, come corsi di formazione, progetti stimolanti e percorsi di carriera chiari. L’autonomia è un altro elemento cruciale: lasciare che i dipendenti abbiano voce in capitolo su come svolgere il loro lavoro aumenta il senso di controllo e soddisfazione.

L’importanza della cultura aziendale

La prevenzione del burnout non è però solo una responsabilità individuale del manager, ma deve essere sostenuta da una cultura aziendale che promuova il benessere a 360 gradi. Le aziende che investono in programmi di supporto alla salute mentale, incentivano il lavoro flessibile e incoraggiano il riconoscimento dei successi sono infatti quelle che vedono i tassi di burnout ridursi significativamente.

Un report di Mind Share Partners rivela che il 76% delle aziende che hanno adottato misure strutturali per ridurre lo stress lavorativo ha registrato un aumento della produttività e una diminuzione delle assenze per malattia .

Investire nella prevenzione del burnout significa ottenere vantaggi sia per i dipendenti che per l’organizzazione. I team saranno infatti più motivati, produttivi e meno inclini al turnover, riducendo i costi associati alla perdita di talento. Creare un ambiente di lavoro che promuova il benessere, riduca lo stress e valorizzi i dipendenti non è solo un obbligo morale, ma una strategia vincente per il successo aziendale.

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