Le società di selezione del personale e i recruiter sono sempre in cerca di questa figura, fondamentale per aziende medio-grandi con una catena di distribuzione.
Chi è e cosa fa un Supply Chain Manager e perché headhunter e Hr specialist li inseguono così tanto? Chi è fuori da alcune dinamiche lavorative non conosce questa figura che, invece, gioca un ruolo centrale e determinante in aziende di produzione con una catena distributiva complessa. Parliamo di una figura manageriale con una certa esperienza in più settori, in grado di coordinarsi direttamente con i vertici aziendali. Conosce bene tutti i processi d’acquisto e quelli produttivi, ma si spinge fino alla programmazione e alle previsioni di vendita. Oltre all’esperienza strettamente tecnica, le società di selezione del personale ricercano anche una serie di competenze relazionali e personali necessarie per gestire un team di lavoro, affrontare le variabili di mercato, anticipandole e fronteggiandole.
Cosa cerca una società di gestione del personale quando seleziona un Supply Chain Manager?
Un’esperienza lavorativa consolidata
Di solito un Supply Chain Manager è un Ingegnere gestionale (ma non è detto) che conosce le best practices in fatto di gestione della catena di fornitura. È un professionista che conosce i programmi ERP, le normative sui trasporti nazionali e internazionali, l’analisi dei dati e ha competenze di logistica e contabilità e un bagaglio di formazione e lavoro consolidato.
Un approccio manageriale
Come indica il nome stesso, headhunter e HR specialist cercano un manager. Tutte le offerte di lavoro infatti parlano di capacità gestionali, autonomia, problem solving e organizzazione del lavoro di un team complesso e composito.
Una visione strategica
Fondamentale per poter pianificare le forniture, alcuni processi produttivi e le strategie di vendita.
Le offerte di lavoro per Supply Chain Manager sono sempre più presenti sui portali di ricerca e selezione del personale e prevedono anche una RAL di un certo livello. Quel che è certo è che in molti settori, come ad esempio il fashion, è una delle figure professionali con più responsabilità non solo professionali ma anche etiche. Parliamo di gestione e controllo dell’intera catena di fornitura, di aziende che si approvvigionano in Paesi in via di sviluppo, che alla logica del prezzo cercano di affiancare sempre più una logica sostenibile, con un’attenzione particolare alla manodopera ma anche all’utilizzo di prodotti non tossici.
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